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giovedì 7 maggio 2015

PROCURARSI L'ARENICOLA A COSTO ZERO



Credo che siamo tutti o quasi tutti d’accordo (forse i venditori di esche no) che le esche, soprattutto quelle rosse, tipo americano, muriddu, coreano, arenicola, etc, etc, costano troppo.

Quindi se c'è la possibilità di risparmiare procurandosi da soli le esche a costo 0 vale la pena di perdere qualche oretta per procurarsele.

In questo post vedremo dove trovare, quando cercare e come catturare l'arenicola.

L'Arenicola (Lumbrineris Lutei), appartiene alla famiglia degli anellidi, è di colore rosso con riflessi iridescenti molto attiranti soprattutto di notte. Ha una lunghezza variabile da 15 ad oltre 40 cm ed un diametro che varia da 1 a 2,5 mm, è un verme molto sanguinolento, e proprio per questo molto appetitoso, che vive immerso nella sabbia a ridosso degli scogli su fondali da poche decine di cm ad alcuni metri, si nutre di materiale organico in decomposizione.

Per catturarla dovremo dapprima cercare una spiaggia composta esclusivamente da sabbia sottile, dovrà essere una spiaggia con discesa in mare molto lenta, ovvero, dal punto in cui mettete piede acqua al punto in cui non toccherete più dovranno esserci molti metri di distanza.

Aspettiamo il picco della bassa marea che lascerà scoperta un bel pò di sabbia bagnata.

Sarà proprio lì che andremo ad insidiare l'arenicola.

Una volta in spiaggia dovremo cercare dei punti dove la sabbia è smossa a creare una piccola montagnella (come nella foto sottostante), e proprio in quel punto ad una decina di centimetri di profondità troveremo la nostra arenicola.



Facciamo attenzione a non spezzarla mentre scaviamo, infatti si consiglia di usare le mani e non la paletta.

Non ci rimarrà che metterla in una scatola insieme a della sabbia bagnata.

La sua conservazione dipende dal periodo dell'anno, ma soprattutto dalla necessità che i vermi siano perfettamente integri. Da ottobre a maggio, può essere conservata per parecchio tempo (anche mesi!), avendo cura di cambiargli l'acqua (di mare) una volta la settimana. Il luogo migliore e' la cantina della nostra abitazione. Nei mesi estivi, bisogna aver cura di mantenere la sua temperatura prossima ai 16/20 gradi e assolutamente evitare forti sbalzi di temperatura (è utile dotarsi di un frigo portatile e di siberini che però non devono mai venire a contatto direttamente con la scatola di polistirolo).

Viene utilizzata in tutti i tipi di pesca, ma soprattutto nel surfcasting e nella pesca a fondo.
E' un'esca da mare calmo o poco mosso, micidiale per le Mormore e ottima per un gran numero di altre specie quali Ombrine, Orate, Triglie, Saraghi, Spigole, risulta comunque ben appetita da pressochè tutte le altre specie.

L'Arenicola viene considerato un verme "ostico" da innescare per via della sua delicatezza. Molto spesso il pescatore neofita rinuncia a comprarlo per via di questa difficoltà nell'innesco.
Per prima cosa, una volta arrivati a mare, va messa una buona quantità d'acqua nella scatola, e poi si comincia ad agitarla con movimenti brevi ma rapidi…. Magicamente si cominciano a vedere i vermi che "vengono a galla". Va individuata la testa (quella più carnosa e iridescente). Si prende il verme dalla testa, ma solo dalla testa, altrimenti il verme si spezzetterebbe tutto, lo si estrae dalla scatola e lo si lascia cadere sulla sabbia… (lo abbiamo "impanato")… ora si riprende il verme dalla testa e sollevandolo notiamo che è perfettamente disteso e allungato…. Senza perdere tempo si infila l'ago da innesco sempre a partire dalla testa avendo cura di non farlo fuoriuscire dal verme… (si consigliano aghi senza punta). Si riversa poi il verme sull'amo lasciando sull'ago la parte di arenicola considerata in eccesso che sarà così pronta per un nuovo innesco.



Buon divertimento!!!

mercoledì 6 maggio 2015

COSTRUZIONE E PESCA CON BARCHINO DIVERGENTE




La pesca con il divergente o "barchino" è un tipo di traina molto particolare.....
in quanto per effettuarla non è necessario disporre di una imbarcazione ne tanto meno di un rumoroso motore, ci vogliono tuttavia un paio di buone gambe abituate a camminare poiché l’azione di pesca si svolge appunto camminando, spesso per chilometri, lungo la battigia.

Il teatro di questo particolare tipo di pesca è infatti la spiaggia, le prede che andiamo ad insidiare sono numerosissime anche se la più ricercata rimane certamente la spigola.

Degne comunque di nota sono anche le frequenti catture di lecce stella, pesci serra, sugarelli, rombi, occhiate, aguglie e tracine.

L’attrezzo che ci consentirà di filare in mare le nostre esche, che saranno per lo più anguilline o pesciolini di silicone, ma anche piume o piccoli cucchiaini, è una sorta di catamarano costruito in compensato marino, in grado di uscire verso il largo, superando anche onde di discrete dimensioni senza rovesciarsi e portandosi dietro il trave con le relative esche.

Qui di seguito troviamo un disegno con le misure dettagliate per la costruzione del nostro barchino. Per quanto riguarda il materiale, potremo utilizzare qualunque tipo di materiale purchè galleggiante, ma se si vorrà fare un lavoro ad hoc utilizzeremo del multistrato marino, mentre per le parti in metallo (viti e barra traino) useremo dell'acciaio inossidabile.





In base al tipo di legno usato si avrà un diverso tipo di galleggiamento che dovrà essere corretto nel giusto modo applicando delle strisce di piombo sulla parte inferiore degli scafi.

Il trave viene solitamente realizzato con del monofilo di nylon da un millimetro di diametro, o, volendo esagerare, con un multifibra intrecciato di ultima generazione (che a parità di tenuta è molto più sottile e assolutamente non elastico) della lunghezza di circa 80/100 metri, questo verrà collegato mediante un moschettone alla barra di traino, ad ogni dieci metri circa, andremo a posizionare delle robuste girelle a tre vie sulle quali agganceremo, tramite un moschettone, dei terminali di monofilo di nylon da millimetri 0,30/0,35, della lunghezza di circa 4 o5 metri con annodate all’estremità opposta le esche artificiali.

L’azione vera e propria consiste nel piazzare il barchino sulla battigia in posizione obliqua, quindi stendere il trave e posizionare via via i terminali con le relative esche. Quando avremo terminato questa operazione, inizieremo a tirare il trave con decisione e cominceremo a camminare nella direzione desiderata. Il divergente, per la sua particolare forma, tenderà a raggiungere il mare per dirigersi verso il largo portandosi dietro le nostre esche.




A questo punto il nostro compito è solo quello di camminare con andatura normale lungo la spiaggia facendo in modo che il trave rimanga sempre bene in tensione, accorgimento questo che ci consentirà di sentire le inconfondibili vibrazioni che ci segnaleranno le abboccate delle eventuali prede, che comunque saranno anche ben visibili, soprattutto in condizione di mare calmo, sotto forma di bollate o salti dei nostri pesci sulla superficie dell’acqua.

Per quanto riguarda il numero delle esche da calare in acqua, ognuno ha le sue preferenze, anche se il consiglio, soprattutto per chi è alle prime esperienze, è quello di non esagerare, 6 o 7 esche ben distanziate fra di loro rappresentano la soluzione ideale, in quanto favoriscono un’azione di pesca più fluida, garantiscono una buona copertura della fascia di mare in cui andiamo a pescare e soprattutto riducono al minimo la possibilità di fastidiosi imbrogli delle nostre lenze.

Per dovere di cronaca, suggerisco a chi li vuol provare, altri due tipi di pesca alternativi, praticabili sempre utilizzando questo favoloso attrezzo. Il primo consiste nel sostituire l’esca artificiale con l’esca viva, buonissimo è il cefalotto di 10/12 centimetri di lunghezza o anche oltre se le nostre mire sono ambiziose. Al riguardo è bene anche irrobustire sia il trave che i terminali, quest’ultimi andranno realizzati con un buon monofilo da 0,50 millimetri e magari con la parte finale in cavetto d’acciaio termosaldato soprattutto se nella zona è segnalata la presenza di pesci serra.

La velocità di trascinamento non è rilevante quando si usano esche vive, quello che più conta è credere in ciò che stiamo facendo ed esplorare lunghi tratti di litorale. Le nostre fatiche potrebbero essere ricompensate da spigole di taglia notevole, pesci serra o addirittura dalla grande leccia che di certo non disdegnerà di attaccare un cefalo ben vivo e ben presentato che cercheremo di far incrociare sulla sua rotta.

Il secondo tipo di utilizzo del divergente ha come obiettivo i pesci grufolatori, cioè tutti quei pesci che cercano nutrimento sul fondo sabbioso come le mormore, le orate, le sogliole, le triglie, ecc. Per praticare questo tipo di pesca il trave rimane quello classico, i terminali devono invece essere realizzati con del monofilo da 0,25 millimetri di diametro ed al posto delle esche artificiali monteremo un amo del n. 6/8. Per far si che i nostri ami struscino sul fondo sabbioso occorre piazzare sul terminale stesso, a circa 80 centimetri dall’amo, un pallino di piombo del peso di mezzo grammo. Come esche useremo vermi di mare (muriddu, coreano, americano, arenicola, ecc.).

Anche per questa tecnica occorre sondare ampi tratti di mare camminando ad una velocità piuttosto limitata, una volta allamata la prima preda è consigliabile, utilizzando un legno od una canna facilmente reperibili sulle nostre spiagge, marcare il punto della cattura e ripercorrerlo più volte, visto che è abitudine dei grufolatori viaggiare in branchi. Per tutti i tipi di pesca praticabili con il divergente, le ore consigliate sono quelle del primo mattino e della tarda serata, per i periodi vanno bene tutti i mesi dell’anno anche se quelli invernali sono i migliori per insidiare in modo particolare le spigole. Con mare calmo e luna piena si può tentare alle mormore anche nelle ore notturne.



Buon divertimento!!!

sabato 2 maggio 2015

PANE PER CEFALI CON AGLIO





La pesca al cefalo o muggine viene effettuata prevalentemente usando come esca gli impasti.

 Questi solitamente sono composti da pane e formaggio o addirittura vengono acquistati degli sfarinati già pronti all'uso.

 In questo post vedremo come realizzare un impasto performante, ottimo sia nella pesca con galleggiante che in quella fondo usando la mazzetta.

 Il cefalo a causa del suo apparato boccale è costretto nella maggior parte dei casi ad aspirare il suo cibo, questa caratteristica ci costringere a preparare un impasto parecchio elastico che non venga via dall'amo durante il lancio, la discesa in acqua e soprattutto durante la mangiata del muggine.

 Infatti nella pesca al cefalo il fastidio più grosso è quello di dover recuperare, reinnescare e rilanciare innumerevoli volte, tutto questo a causa della perdita dell'innesco.

 Spesso capita anche di essere convinti di essere in pesca senza invece sapere di non esserlo a causa della perdita dell'esca durante la discesa in acqua.

 Ora vedremo come realizzare l'impasto giusto per ovviare a questo problema. Inoltre aggiungeremo un ingrediente alquanto insolito ma estremamente utile per il suo aroma deciso...l'aglio!



Ingredienti:

 -500g farina tipo 00

-olio di una scatoletta di tonno

 -3 sarde

 -100g formaggio grattuggiato tipo pecorino

 -1 formaggino

 -1 spicchio di aglio

-300ml di acqua

 Mettiamo a frullare insieme le sarde (precedentemente sfilettate), l'olio e lo spicchio di aglio scamiciato fino ad ottenere un impasto omogeneo senza pezzi.

 Impastiamo acqua, farina e i formaggi, lavoriamoli energicamente e per parecchi minuti, successivamente aggiungiamo il composto precedentemente frullato, ricominciamo a lavorare con forza fino ad ottenere un'amalgama perfetta e compatta che non si appiccichi alle dita.

 Regoliamoci per ottenere una giusta consistenza, aggiungendo dell'acqua o della farina.

 La nostra pasta per cefali è pronta, chiudiamola ermeticamente in un contenitore e andiamo a pesca.

 Ora vediamo come innescare correttamente.
Prendiamo un pezzetto di impasto e otteniamo e lavoriamolo col palmo delle mani fino ad ottenere un filamento più o meno lungo a seconda della grandezza dell'amo utilizzato.

 Avvolgiamo il filamento attorno all'amo partendo da 1/2 cm sulla lenza fino ad arrivare a ricoprire la punta, dopodichè compattiamo leggermente con le dita.






 Il nostro innesco è completato, non ci resta che lanciare e....buon divertimento!!!


venerdì 1 maggio 2015

LA SPIGOLA E IL TOPO



La spigola è sempre stata una delle prede più ambite degli appassionati di pesca, soprattutto da coloro che amano pescare da riva o dai moli.

 Spesso capita di trovarsi a pesca nei porti usando tecniche varie ( bolognese, surfcasting, inglese, spinning, ecc. ecc.), con la speranza di riuscire ad allamare la magnifica preda in questione.

 A volte ci si riesce con catture di spigole che vanno da 300g ai 2kg, ma qualche altra volta, quando la fortuna ci assiste, potrebbe capitare di pescarne una dai 3kg ai 5kg, insomma una bella bestia.

 Bello anche solo il pensiero di lottare minuti e minuti per tirar fuori dall'acqua una bambina di 5kg, per farci una bella foto ricordo e poi portarla a casa con la voglia di cucinarla al più presto magari un bel cartoccio...ma per fare questo dovrete prima pulirla la spigola.

 Ed è proprio in quel momento che potreste rimanere senza fiato ed ordinare una pizza, perche nella vostra spigolona potreste trovare questo...






 E già un bel topolone di fogna!!!

 Spesso nei porti si trovano degli scarichi, immondizia, scarti organici derivanti dai pescherecci e se ci sono queste caratteristiche appena elencate state pur certi che ci sono anche i topi di fogna, zoccole o pantegane come le si vuol chiamare.

 Questi topi sono ottimi nuotatori e quindi non ci pensano due volte a tuffarsi in acqua per spostarsi da un posto all'altro, ed è proprio in quel momento che potrebbero essere inghiottiti da una spigola.

La spigola è uno dei predatori più aggressivi in mare e se attratta da un movimento o da un rumore si avvicina alla preda e la butta giù ad occhi chiusi, grossa o piccola che sia la preda, avendo una bocca incredibilmente estendibile.

 Ovviamente qualunque predatore in fase di caccia, cercherà di avere la massima resa con lo sforzo minore, ed il topo per la spigola reincarna proprio questo concetto, non dovrà fare altro che avvicinarsi ed aprire la bocca dato che il topo in acqua non ha comunque le capacità di fuggire e di difendersi.

Chissà ad usare un bel topo vivo come esca....!!!

 Scherzo sarebbe da malati!!!


martedì 28 aprile 2015

LA PESCA PIù ECONOMICA AL MONDO...



Vi sarà sicuramente capitato di andare in spiaggia a fare il bagno e di vedere in pochi centimetri di acqua tanti pescetti intorno ai piedi.


Potrebbe trattarsi di occhiate, sparidi, mormorelle e così via.
Questi pescetti seppur piccoli, fritti sono davvero gustosi e quindi una volta in spiaggia, perchè non provare a prenderne un bel po'!

Per catturarli non avremo bisogno di altro che un sacchetto di plastica e qualche pezzetto di pane.

 Ebbene si! Non avremo bisogno di canne, lenze, ami ed esche...altrimenti non sarebbe stata la pesca più economica del mondo.

 Per il sacchetto va benissimo uno di quelli comunissimi che ci danno in qualunque negozio e poi qualche pezzetto di pane che sia fresco o secco non fa alcuna differenza.

Quindi non ci si deve preparare nulla dato che se passiamo una giornata in spiaggia, solitamente un sacchetto di plastica lo si ha sempre e un panino per pranzo non ce lo facciamo mai mancare.

 Allora vediamo come fare.

 Prendiamo la busta in plastica e allarghiamo la parte delle maniglie.


Una volta allargate le maniglie, non ci resterà che immergere la busta in acqua facendo in modo che si riempia di acqua e che resti ben aperta, a quel punto vedrete che la busta resterà semi sommersa, ovvero resterà parte delle maniglie fuori dall'acqua, mettiamo del pane all'interno della busta e spostiamoci di un metro.



Aspettiamo che i pescetti entrino nella busta per mangiare il pane, avviciniamoci e tiriamo fuori la busta e il gioco è fatto.

Vi assicuro che se ci sono questi pescetti nei pressi della riva ne prenderete almeno 2/3 al minuto.



Divertimento e cena...garantiti!!!


domenica 26 aprile 2015

PESCA CON IL PETTO DI POLLO





Oggi analizzeremo la possibilità di utilizzare un esca alternativa, ovvero il PETTO DI POLLO.



Ebbene si, il petto di pollo può essere una valida alternativa alle classiche esche (anellidi, pane e formaggio, frutti di mare, crostacei, etc, etc). In Francia e in Turchia già da tempo è entrato stabilmente nella classificazione delle esche, con un uso molto flessibile, infatti viene utilizzato ed innescato nella pesca a surf casting, nella pesca con galleggiante a bolognese o inglese e addirittura nella pesca al tocco. Il pollo, ovviamente crudo, dopo qualche minuto in acqua, per una reazione con il sale, diventa bianchissimo quasi fluorescente, ed è proprio questo colore, molto simile a quello del calamaro ad attirare i pesci, soprattutto quelli di grosse dimensioni, parliamo di cefali, saraghi ,occhiate, ed orate.



Per quanto riguarda l'innesco, nella pesca con galleggiante basterà tagliare un pezzettino quadrato e infilarci semplicemente l'amo all'interno, mentre per il surf casting, taglieremo un pezzo più grosso in base alla misura dell'amo usato e lo infileremo con un ago per l'innesco, se magari il petto di pollo è un poco molle, una volta infilato nell'amo andremo a farci una girata di cotone elastico per bloccarlo bene.



Ovviamente in commercio non mancano le esche di qualunque tipo, ma considerando il prezzo di esse , la quantità dei capi sempre più risicata nelle scatole e che con 2€ di petto di pollo inneschiamo un amo del 5 per la bellezza di 20 volte un pensierino ad usarlo lo si può fare...a voi il giudizio.






Buon divertimento

mercoledì 22 aprile 2015

PESCA CON TECNICA BOLO/INGL

In questo post vedremo la tecnica di pesca che più uso e che più mi diverte.

L'ho chiamata bolo/ingl in quanto come andremo a vedere si tratta di un tipo di pesca con alcuni tipici elementi della tecnica all'inglese ed altri elementi della tecnica bolognese, anche se alla fine l'obiettivo resta sempre lo stesso...allamare, e la preda più ambita resta sempre la regina spigola.

Questa tecnica richiede l'uso di una canna inglese a tre pezzi con una lunghezza dai 4 ai 5 metri, più corta ci darebbe problemi sia in fase di lancio che in fase di recupero, mentre con una canna più lunga andremmo a perdere in termini di manegevolezza e leggerezza.

La canna dovrà avere un'azione di punta 0-10 gr che ci permetterà di ferrare con estrema prontezza all'affondare del galleggiante.

Per quanto riguarda il portamulinello, preferisco quello con blocco inferiore, ovvero quello con la clip scorrevole sulla parte inferiore, comunque questo non è rilevante in fase di pesca.

Il manico della canna sarà sicuramente in sughero, che ci consentirà una certa comodità dato che in questo tipo di pesca la canna non si posa mai.

Per il mulinello avremo bisogno di un 3000 o 4000 con frizione anteriore, il top sarebbe averlo con la leva da combattimento per la frizione che ci permetterebbe in fase di combattimento di regolarne l'apertura con la sola pressione sulla leva, senza dunque dover togliere la mano dal mulinello per andare ad aprire e chiudere la stessa frizione, alcune marche lo chiamano full control.

Il mulinello lo andremo a imbobinare con un fluoro carbon dello 0.14 affondante.

Ora vediamo come sviluppare la montatura.




I due stopper saranno fatti in cotone in quanto rispetto a quelli in gomma risultano meno ingombranti e più fluidi nella fase di lancio.

Il galleggiante dovrà essere scorrevole a penna con grammatura che varia da 1 a 5 gr. in base alle nostre esigenze di lancio e alle condizioni del mare. Comunque più leggero è meglio sarà.

Per la piombatura procederemo con una spallinata composta da sei pezzi equidistanti gli uni dagli altri, il peso varierà logicamente in base al galleggiante scelto.

Per il terminale utilizzeremo un fluoro carbon dello 0.12 lungo circa 1,5 mt. , con un amo in carbonio del 20.

Arrivati sullo spot di pesca inizieremo con il sondare il fondo e regolare lo stopper.

Inneschiamo due bigattini, uno a calza coprendo l'amo e l'altro sottopelle dalla testa.

Se riusciamo catturiamo dei gamberetti sul posto che nella pesca alla spigola sono micidiali.

Il gamberetto verrà innescato dalla coda.

La frizione teniamola leggermente aperta, per poi andare a regolarla una volta ferrato il pesce.

Ogni lancio ricordiamoci di pasturare una decina di bigattini sul galleggiante.

Buon divertimento!!!


martedì 21 aprile 2015

PESCA AL GRONGO


Il grongo è un pesce osseo di mare appartenente alla famiglia delle Congridae. Ha l'aspetto simile a quello dell'anguilla, ma più grosso . La sua pelle è liscia e ricoperta di una sostanza mucosa, la livrea varia dal nero al grigio chiaro a seconda del colore del fondale in cui vive. Il grongo, raggiunge dimensioni di molto superiori a quelle dell'anguilla, arriva, infatti, anche a tre metri di lunghezza e ai 50 chili di peso. Gli esemplari femmina sono solitamente più grandi dei maschi. Ha abitudini molto simili a quelle della murena e dell'astice, come loro, infatti, predilige gli anfratti oscuri, come grotte o relitti, e si sposta per cacciare di notte. Quando sceglie una tana il grongo non si allontana quasi mai da essa, e la sceglie in base alla scarsa visibilità, cosa che rende più difficile la sua cattura di giorno.
Si ciba prevalentemente di invertebrati, i suoi preferiti sono i polpi è anche ghotto di pesce azzurro, angia anche pesci morti.

Iniziamo col dire dov'è possibile trovare il grongo e quale sono le sue caratteristiche.
Il fondale preferito dal grongo è quello arenico o fangoso, su cui siano presenti formazioni roccie, siano esse scogliere sommerse catasti calcarei.
Sarà importante essere dotati di una buona canna da Surf Casting la cui potenza nominale si aggiri sui 100 - 180 gr. ad azione preferibilmente parabolica che non tema grandi sollecitazioni (capirete in seguito perchè)e
di un mulinello che vi si abbini a meraviglia, con grandi capacità di carico,quindi,e ottimo rapporto, che andremo ad armare con un buon 0.40, anche 0.45. Se vi trovate su di una scogliera, munitevi di un guadino resistente e capiente.
 La lenza da utilizzare è quella tipica del Surf, composta da piombo scorrevole e salvanodo, che inseriremo sullal enza madre e fermeremo con una girella piuttosto resistente. A differenza di altre techinche di pesca, vi consiglio un terminale costituito interamente col cavetto d'acciaio, che non superi i 50 cm. (Il grongo è tutt'altro che schizzinoso e non noterà assolutamente la "corda"), terminale che dovrà essere armato di ami non inferiori all 1/0.
Le esce, come già detto, saranno costituite da grosse sarde e da molluschi, quali calamaretti, piccole seppie e polpetti, i così detti "Moscardini".
La sarda potrà essere innescata con o senza testa, l'importante è che calzi completamente sul'amo. Nel caso decidiate di innescarla col la testa, vi consiglio di serrarne la bocca con del filo elastico, poichè in caso contrario sott'acqua andrà a formare delle bolle che infastidiranno irrimediabilmetne la nostra preda.
Stesso discorso per i molluschi che, in qualsiasi caso,dovranno coprire completamente il nostro amo.
L'esca, ovviamente, dovrà poggiare proprio sui fondali sopra descritti ed è per questo che vi consiglio di pescare solo con la certezza che vi sia la presenza dei suddetti.
La mangiata del grongo è violenta e la vostra ferrata dovrà essere parimenti violenta e pronta : questa fase della pesca è fondamentale, poichè, una volta avvertita la puntura dell'amo, il grongo cercherà di guadagnare immediatamente la tana e, nel caso vi riesca, potrete amabilmente dire addio alla preda. Proprio per questo vi consigliavo canne potenti : dovrete forzare il pesce, durante il recupero, a canna alta ed essere piuttosto sbrigativi ad allontanarlo dal fondale roccioso. Pescando su di una scogliera, dovrete stare doppiamente attenti perchè, uan volta sotto di voi, punterà la scogliera stessa e dovrete essere pronti ad impedire questo tentativo cercando di tirare il capo del grongo fuori dall'acqua.
Le condizioni idealidi pesca sono col mare in mareggiata ed in scaduta, esclusivamente di notte.



Buon divertimento!!!




Vediamo come cucinarlo...



Ingredienti per 4 persone:

 -2 gronghi del peso di 500 gr. circa l'uno

 -400 gr. di pomodoro maturo

 - 2 spicchi di aglio

 -4 cucchiai di olio

 -farina quanto basta

 -sale

 -pepe




Preparazione:


Sventrate dapprima i gronghi, eliminatene poi le teste e le code e tagliateli infine in pezzi di circa 5 centimetri. Infarinate i pezzi di pesce e fateli rosolare in un tegame con l'olio e gli spicchi d'aglio. Unite poco dopo i pomodori tagliati a pezzetti, regolate di sale e pepe e fate cuocere tutto per 15 minuti circa. A piacere potete cospargere di prezzemolo tritato prima di servire.

Tempo di cottura: 25'


 

 


PESCA CON LA NASSA


In questo post vedremo come costruire una nassa e che esche usare per selezionare le prede.
Ci serviranno:

 - rete plastica a maglie strette, tipo quella usata per le recinzioni

 - retino da bimbi di quelli che si vendono ad 1€

 - fascette stringenti in plastica

 - lenza da 1 mm

 - filo di ferro zincato


1 Prendiamo il filo di ferro e creiamo tre cerchi di uguale dimensione





2 Avvolgiamo la rete di plastica intorno ai cerchi e fissiamola con le fascette.
I tre cerchi di ferro dovranno essere a pari distanza l'uno dall'altro. Tagliamo un pezzo di rete per creare la chiusura ad una delle due estremità e fissiamola facendo una cucitura con la lenza




3 Prendiamo il retino e tagliamo la parte della rete andando a creare una sorta di imbuto ma non troppo stretto. Questo imbuto lo andiamo a fissare dalla parte larga sul primo cerchio della nassa, per capirci, quello che è rimasto senza coperchio. Mentre la parte stretta dell'imbuto la andremo ad ancorare al centro della nassa con della lenza.

4 Colleghiamo la corda alla nassa



La nassa è pronta, vediamo come e cosa innescare.
Innescarla è semplicissimo basterà infilare quello che decideremo all'interno della nassa e il gioco è fatto.
A seconda di quello che vorremo pescare, cambierà il nostro innesco ovvero:

 - Per i pesci e granchi useremo sarde e pasture (sfarinati o impasti come il pane e formaggio).

 - Per i polpi e totani useremo granchi meglio se vivi, pezzetti di straccio bianco, pezzetti di polistirolo e foglie di alloro.


Tutti gli spot sono buoni per questo tipo di pesca, sabbia, roccia, fango. Abbiamo solo l'imbarazzo della scelta.
La nassa una volta posizionata dovrà rimanere in acqua per almeno 12 ore prima di essere ritirata.



Buon divertimento!!!


lunedì 20 aprile 2015

PESCA AL POLPO CON LA ZAMPA DI GALLINA


Il Polpo (Octopus vulgaris) è un mollusco che appartiene alla classe dei Cefalopodi Pssiede otto tentacoli, che usa per fare presa sul fondo e per muoversi su di esso.
Il Polpo vive da pochi centimetri d’acqua fino a qualche decina di metri di profondità ed è una preda molto ambita per la prelibatezza delle sue carni e per la facilità con cui è possibile incontrarlo.Ora vediamo un metodo di pesca da riva, tanto bizzarro quanto tradizionale...la zampa di gallina!!!Quello della zampa di gallina , è uno dei metodi di pesca piu' efficace e più economico. E' efficace in quanto in acqua simula la "testa" di una seppia (preda del polpo).


Per fare questo tipo di pesca avremo bisogno di:

5 mt di lenza diametro 0.60
Una zampa di gallina
Uno straccio bianco / busta di plastica bianca
Un bastone di circa 1,5 mt
Un occhiello
Un piombo 100g

Assembliamo il nostro strumento...



 
1 Leghiamo lo straccio bianco alla lenza con un semplice nodo




2 Ora leghiamo la zampa di gallina 30 cm al di sotto dello straccio.




3 Fissiamo il piombo 30cm al di sotto della zampa di gallina








4 Colleghiamo l'occhiello all'estremità del bastone









5 Infine leghiamo la nostra lenza all'occhiello in cima alla mazza.
 
L'attrezzatura è pronta, muniti di un secchio e di un guadino rechiamoci sul luogo di pesca, ovvero scogliere sommerse, specialmente dove la roccia si mescola alle alghe e alla sabbia, ma non disdegna nemmeno le distese fangose, le dighe frangiflutti e l’interno dei porti. L’azione di pesca consiste nel lanciare la lenza a qualche metro di distanza e recuperare poco alla volta, cercando di percepire la trattenuta del Polpo che attacca l’esca. Una volta che il polpo si avrà agguantato la zampa, dovremo tirare la lenza in modo costante, ovvero bisognerà cercare di tenere il polpo staccato dal fondale onde evitare che si vada a infilare tra gli scogli, e una volta portato a galla guadinarlo senza cercare di portarlo su di peso. Per aumentare tali possibilità, possiamo munire il terminale di una corona di ami, chiamata appunto "polpara" in modo che quando il polpo si attacca all’esca ne rimane allamato e quindi non può più scappare .Le ore della giornata più adatte a questa pesca sono le ore dell'alba e del tramonto. Per quanto riguarda le stagioni, il Polpo si cattura durante tutto dell’anno, con una maggior frequenza di grossi esemplari nei mesi autunnali ed invernali.
 
E' pronto a tavola...
Ingredienti:

800 gr di polpo
200 gr pomodori ciliegino
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino
sale q.b
olio q.b
prezzemolo q.b
pepe q.b
 
 

Pulire accuratamente il polipo togliendo la vescichetta del colore e gli occhi. Eventualmente si può acquistare il polipo già pulito. Mettere il polipo su di un tagliere e batterlo (non troppo violentemente per non rompere i tentacoli) con un batticarne per ammorbidirlo ed eliminarne la rigidità. Lavarlo accuratamente e metterlo nella pentola, con i tentacoli rivolti verso l'alto. Mettere i pomodori tagliati, peperoncino tritato, l'aglio, il prezzemolo legato a mazzetto e 1 bicchiere di olio. Non unire acqua, con la cottura il polipo rilascerà la sua. Non aggiungere sale in quanto il polipo dovrebbe essere già abbastanza salato. Coprire la pentola con della carta forno che si fisserà legandola con uno spago fatto passare intorno al bordo. Tagliare la parte eccedente per evitare che bruci. Mettere sul fuoco a fiamma bassissima (una fiamma alta rovinerebbe la riuscita del piatto) e lasciar cuocere per circa 1 ora, poi eliminare la carta e continuare la cottura ancora per circa mezz'ora (il liquido dovrà restringersi). Spostare la pentola dal fuoco e lasciar riposare il polipo una mezz'ora.
Servite il polpo accompagnato da fette di pane casereccio tostato.


 

Buon appetito!





domenica 19 aprile 2015

PESCA AI GAMBERETTI TRA GLI SCOGLI





 
 



I gamberetti vivi sono un'esca molto catturante, soprattutto per ciò che concerne la pesca della spigola, ma riuscendone a catturare una buona quantità li si può anche inserire con gran successo in una frittura di pesce. Vediamo come reperirli.



Occorrente:

- Un retino

- Tre metri di corda o spago

- Un sasso





 

  1 Reperiamo un retino o un piccolo guadino, l'importante è che non superi un diametro di 22cm perchè come vedremo dovremo andare a posizionarlo tra gli scogli. Andrà benissimo uno di quei retini dei bambini che si vendono per 1 o 2€.













2 Smontiamo il retino, ovvero dividiamo la testa dal manico, così come in foto.







3 Fissiamo un sasso sul fondo del retino con della corda o se magari il retino è molto profondo, lo infiliamo e facciamo poi un nodo allo stesso retino.









 
4 Colleghiamo tre pezzi di corda da un metro al retino con un semplice nodo attraverso le maglie. Facciamo attenzione a posizionare le corde in modo equidistante, in modo tale che il retino resti in posizione corretta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
5 Colleghiamo l'altra estremità delle corde al manico del retino.


 
Ecco fatto il nostro retino per gamberi è concluso, non ci resta che andare a pesca.
Prendiamo una sarda o un'alice e fissiamola sul fondo del retino, immergiamo il retino nell'acqua tra gli scogli e aspettiamo che arrivi qualche gamberetto.
Una volta che i gamberetti saranno entrati nel retino, non ci resterà che tirarlo su e mettere le nostre catture in un secchiello con dell'acqua.

Buon divertimento!!!

venerdì 17 aprile 2015

PESCA AI GRANCHI TRA GLI SCOGLI

Eriphia verrucosa, conosciuto comunemente come granchio favollo, o granchio fellone sarà il protagonista di questo nostro post, nel quale capiremo come catturarlo e come mangiarlo. Iniziamo col dire che questo crostaceo è molto comune nel nostro paese e lo si può trovare in tutte le scogliere naturali o artificiali (basta che non siano state appena posate).
Granchio fellone
Per creare l'attrezzatura avremo bisogno di:
Canne bambù, foto 1




- Due canne di bambù (foto 1) lunghe circa 1 mt oppure le    ultime sezioni di qualche vecchia canna da 
  pesca fissa o ancora in alternativa qualsiasi 
  altro tipo di bastone  o mazza tipo scopa.









            Lenza, foto 2            

- Circa 30 cm di lenza diametro 1 mm (foto 2).









- Nastro isolante, come quello che usano gli elettricisti.

- Retina tipo quelle delle confezioni di aglio, cipolle, patate etc etc, basta abbia le     maglie abbastanza strette.



Nodi cappio, Foto 3

Procediamo con la preparazione dell'attrezzatura.
Con la lenza formiamo un nodo cappio (foto 3) con un diametro di circa 5 cm.






Foto 4


Leghiamo l'estremità fissa  del cappio ad una delle due 
canne di bambù (canne, mazze scopa, bastoni, etc) 
con del nastro isolante; assicuriamoci di stringere bene 
e verifichiamo che il cappio non venga via sotto sforzo
(foto 4).




Prendiamo un paio di sarde o alici ed avvolgiamole nella retina ricavata dalle confezioni di aglio o patate.
Le estremità della retina le andiamo a fissare con il nastro isolante all'estremità della seconda canna di bambù.



Tana, foto 5
Siamo pronti, andiamo a cercare delle potenziali 
tane tra gli scogli.
Per comodità nostra ci converrà posizionare
la canna con le sarde tra scogli dove l'acqua 
è abbastanza ferma, assicuriamoci di incastrare 
per bene la canna tra gli scogli onde evitare che 
un'onda oppure lo stesso granchio possano 
portarcela via (foto 5).




Foto 6




Le sarde devono essere posizionate appena
al di sotto dell'acqua, o addirittura metà in acqua 
e metà fuori (foto 6)





Ora non ci resta che attendere, evitando di fare forti rumori e di muoversi bruscamente, l'arrivo della nostra preda. 



Foto 7                                                Foto 8
Attenzione, sicuramente prima del
nostro favollo (foto 8) arriveranno 
altri ospiti, ovvero i granchi corridori
(foto 7) che non ci interessano
assolutamente, quindi lasciamoli pure
banchettare tanto appena arriverà
il nostro amico si dilegueranno in 
meno di un secondo.


Quando vedremo arrivare il favollo, non avviciniamo subito il cappio ma attendiamo circa un minuto in modo tale che inizi ad attaccarsi alle sarde.
Passato il minuto, avviciniamo il cappio molto lentamente, facciamo entrare una delle due chele e poi tiriamo velocemente.
Ed ecco fatto!!! Il granchio è nostro, non ci resta che metterlo in un secchio e passare alla successiva tana.
Buon divertimento!!!


Alcuni suggerimenti per una miglior efficacia:


  • La bassa marea ci consentirà di avere più tane a portata di mazza.
  • Per ogni tana insidiata attendiamo almeno venti minuti e se non sarà arrivato nulla spostiamoci di qualche metro.
  • Il mare calmo è sicuramente uno dei fattori che consentiranno una buona riuscita della nostra battuta.
  • In attesa del favollo posizioniamoci in modo tale che il nostro corpo non faccia ombra sulla tana.

Ora vediamo come mangiarli...


Ingredienti per 4 persone:

400 gr di spaghetti, 4 granchi, 1 peperoncino, 1 spicchio d'aglio, mezzo bicchiere di vino bianco secco, olio evo, 10 pomodorini ciliegino, prezzemolo e sale q.b.



Preparazione:

In una larga padella mettiamo l'olio evo e aggiungiamo l'aglio e il peperoncino a pezzetti, quando sara' diventato dorato uniamo i granchi interi . Appena messi in padella i granchi tenderanno a cambiare colore,diventeranno arancioni. A questo punto, alzare la fiamma , spruzzare con vino bianco secco, portare ad evaporazione quindi versare i pomodori, schiacciarli con una forchetta, regolare di sale e far cuocere a fuoco moderato per 10 minuti. Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata in pieno bollore, scolarli al dente e travasarli ancora umidi nella padella del condimento. Spolverizzare con una generosa manciata di prezzemolo tritato, mescolare, saltare e servirli subito.
Per gustare la polpa del granchio, munirsi di schiaccianoci per estrarla dalle chele.


Buon appetito!